Da sempre, nei momenti in cui l’inflazione si impenna e costituisce fonte di preoccupazione per tutto il mercato, un ambito privilegiato per gli investitori è costituito dal settore immobiliare.

Questo perché nei momenti di turbolenza si è portati a guardare ai beni reali come il mattone, poiché di valore tangibile.

Gli immobili non costituiscono la copertura perfetta dalle pressioni inflazionistiche ma sul lungo termine, per via del valore degli affitti e delle proprietà stesse, risultano essere fonte di rendimento.

Per tutti questi motivi, Zsolt Kohalmi, Deputy CEO & Global Head of Real Estate di Pictet Asset Management ritiene che le circostanze attuali siano propizie per il settore, soprattutto rispetto ad altre classi di attività.

I motivi sono molteplici: nonostante il rallentamento della crescita globale, si registra una domanda latente di immobili residenziali e commerciali; l’inflazione dovrebbe essere superiore ai rialzi dei tassi di interesse, specie in Europa, scenario che si riflette anche sul comparto immobiliare dal momento che l’inflazione contribuisce a far salire gli affitti e il costo dei finanziamenti aumenta a un ritmo più moderato, supportando il prezzo degli immobili.

Per determinare la sensibilità all’inflazione dell’immobile serve ponderare la scelta della posizione e della destinazione d’uso dello stesso. A un investitore conviene concentrarsi sulle aree in cui gli affitti sono indicizzati all’inflazione e in cui gli affittuari sono in grado di permettersi ogni possibile aumento.

Alcune attività assorbono più facilmente l’aumento del canone di locazione rispetto ad altre, e ciò dipende dal settore in cui operano.

Altro aspetto da considerare è la flessibilità dei prezzi. In questo senso si distingue il settore alberghiero, che ha la possibilità di adeguare il prezzo delle camere d’albergo, ad esempio, su base giornaliera.

La ripresa di questo settore non sarà evidentemente uniforme, tuttavia le restrizioni provocate dal lockdown portano a credere che almeno alcuni segmenti, in particolare quelli di alto livello, reagiranno bene.

Più complicato è lo scenario del residenziale che, comunque, dovrebbe ugualmente reggere, soprattutto a causa della generale carenza di abitazioni.

Ennesimo aspetto da considerare è dato dalle tipologie di edifici su cui investire: quelli ecocompatibili offrono una migliore protezione contro l’aumento dei costi operativi, spiegano da Pictet. Il ragionamento è semplice: edifici dal ridotto consumo energetico costeranno di meno in termini di gestione rispetto a quelli che non soddisfano questi requisiti.

La previsione è quindi di un’accelerazione delle iniziative “verdi” anche nel settore immobiliare, che si esplicitano a partire dal momento della costruzione per gli edifici nuovi, e da quello della riqualificazione per i vecchi.

C’è però una parte del settore immobiliare che non è protetta dall’aumento dei prezzi, l’edilizia. In Inghilterra, ad esempio, i costi per i materiali da costruzione hanno registrato forti aumenti; in generale nell’Eurozona anche i costi per manutenzioni e riparazioni delle proprietà esistenti sono cresciuti molto più rapidamente di e affitti.

Ogni investimento immobiliare va quindi valutato con grande scrupolosità.

È comunque “possibile scovare opportunità se si cerca nell’area giusta e con il giusto orizzonte temporale”, spiegano ancora da Pictet.

Ultimo aspetto importante da considerare è l’orizzonte d’investimento: è infatti diversa la tranquillità di chi dispone un investimento sul lungo periodo dalla pressione cui è sottoposto chi investe su un orizzonte più breve.