In un periodo storico in cui il concetto di rigenerazione urbana si intreccia a doppio mandato con quello di sostenibilità ambientale (ma anche economica e sociale), le pubbliche amministrazioni di tutta Europa stanno cercando di individuare le strategie migliori per limitare il numero di nuovi edifici in costruzione, investendo una mole notevole di risorse per riqualificare quelli già esistenti.

In questo solco si è inserita anche l’Agenzia del Demanio, che in Italia ha portato a termine la riconversione di 529 immobili ad oggi presenti su tutto il nostro territorio nazionale. Un progetto davvero mastodontico che ha preso il via nell’estate del 2021 per concludersi con successo nel giugno del 2023.

Da Nord a Sud, tutti gli immobili riqualificati dal Demanio

A certificare la buona riuscita dell’iniziativa ci sono i numeri diffusi dall’ente statale tramite il suo primo report pubblicato quest’anno, dal titolo “L’Italia e i suoi beni: il patrimonio immobiliare dello Stato al servizio della pubblica amministrazione, dei territori, dei cittadini e delle imprese“. I dati inseriti nel documento non lasciano spazio ad interpretazioni e sottolineano l’importanza dell’intervento per la rivalutazione delle costruzioni interessate.

A fronte di una gestione complessiva in tutto il Paese che oltrepassa i 43mila fabbricati dislocati nelle 19 regioni italiane e nelle due province autonome, l’Agenzia del Demanio ha investito l’ammontare complessivo di 3,6 miliardi di euro per mettere a terra la ristrutturazione 181 edifici nell’area del Nord Italia (per un valore di 1,2 miliardi di euro), passando ai 169 immobili del Centro (con una spesa di circa 1 miliardo di euro) e alle 179 palazzine del Sud e delle Isole (con una spesa di 1,3 miliardi di euro).

Quanto risparmia lo Stato riqualificando gli immobili già esistenti

Siccome molti dei cantieri avviato hanno concluso l’opera di rifacimento già a metà 2022, è stato calcolato come l’erario pubblico abbia già risparmiato circa 30 milioni di euro in un anno per i costi di funzionamento e le locazioni passive delle strutture riqualificate.

Soldi che andranno inevitabilmente ad aumentare anche nel prossimo triennio, quando viene stimato un calo dell’esborso statale che dovrebbe oltrepassare i 126 milioni di euro. Infine, a beneficiare dell’operazione saranno anche gli immobili stessi, che vedranno crescere il proprio valore in maniera esponenziale. In particolare – calcolando anche l’indotto sul territorio che verrà generato con la riqualificazione – si andranno a generare utili tra i 2,2 e i 2,3 miliardi di euro: in parte rimpolperanno le casse statali, in parte finiranno dritti nelle tasche dei cittadini.