Nonostante la pandemia abbia interrotto o rallentato il settore immobiliare nel mondo il crowdfunding immobiliare non si ferma e, anzi, cresce. A fotografare il mercato è ancora una volta il Real Estate Crowdfunding Report, realizzato da Walliance, la prima piattaforma del settore in Italia. I maggiori mercati europei, in termini di raccolta cumulata fino al 2020, sono la Francia (diventata punto di riferimento per il mercato del settore con oltre 1,8 miliardi di euro raccolti e oltre 25 piattaforme censite), la Germania (853 milioni) e il Regno Unito (578 milioni di euro) tallonato però dalle piattaforme estoni (537 milioni). Il valore medio della raccolta per ogni progetto finanziato dalle 23 principali piattaforme europee è pari a 474.037 euro. La media è più alta per i progetti equity (702.550 euro) rispetto a quelli lending (449.391 euro).

Il mercato più sviluppato a livello mondiale, sia per numero di piattaforme attive che per capitale raccolto, nonché il primo mercato in cui il crowdfunding immobiliare è nato e successivamente si è sviluppato, è quello statunitense. A fine 2020 il controvalore raccolto negli USA può essere stimato a 19 miliardi di dollari con un contributo del 2020 pari a 5,4 miliardi (+15% rispetto al 2019).

Il mercato in Italia

L’industria del Real estate crowdfunding in Italia è partita negli anni recenti, in ritardo rispetto agli altri Paesi europei anche a causa dell’assenza di norme specifiche. L’equity crowdfunding è stato riservato solo a startup e Pmi innovative fino al 2017, mentre l’erogazione di credito alle imprese è stata appannaggio per molti anni ai soli istituti bancari. La prima piattaforma di RECF attiva in Italia è stata Walliance a settembre 2017. Anche nel 2020 il comparto immobiliare ha trainato l’intero mercato, con l’arrivo di molte nuove piattaforme in ambito lending.

La maggior parte delle 469 campagne finanziate sui portali italiani riguarda progetti sviluppati nel Nord, in particolare nella Lombardia, con la città metropolitana di Milano che da sola assorbe il 35%. Tuttavia, progetti importanti sono stati realizzati anche in altre regioni, quali Emilia Romagna (9%), Toscana (9%), Piemonte (5%), Liguria e Sardegna (4% ciascuna). Progressivamente si assiste quindi ad una maggiore diversificazione dell’offerta, soprattutto in zone turistiche. La raccolta media per i progetti proposti in equity crowdfunding è pari a 1.435.778 di euro mentre quella delle campagne di lending è molto più basso, pari a 214.290 di euro. Dal punto di vista della durata dell’investimento, mediamente le piattaforme equity offrono progetti con maturity attesa superiore, intorno ai 23 mesi, mentre per quanto riguarda i progetti lending, la durata media è poco superiore ai 15 mesi. I valori sono in leggero calo rispetto alla rilevazione dell’anno scorso.

Le prospettive del crowdfunding immobiliare

Come è risaputo ormai, il lockdown legato al Covid-19 ha avuto pesanti ripercussioni sui cantieri in corso e sui progetti immobiliari, ritardando processi amministrativi, approvvigionamenti e vendite. Secondo Banca d’Italia, in Italia e in Europa nel primo semestre 2020 il calo dell’attività è stato del 30%. Anche in questa fase di ripresa vengono segnalate ripercussioni sulla disponibilità di materie prime, che impattano negativamente sui tempi pianificati. L’effetto nel breve termine sarà un’estensione dei tempi inizialmente previsti sulla chiusura dei progetti e non si possono escludere impatti negativi sulla solvibilità delle aziende interessate, non tanto per una contrazione del mercato immobiliare (che anzi sembra crescere in tutto il mondo) quanto per gli squilibri nella gestione del ciclo di cassa con eventuali crisi di liquidità quando la moratoria sui debiti bancari sarà esaurita. In questo senso il ruolo del crowdfunding diventa ancora più importante per assicurare in tempi brevi liquidità in tutte le situazioni di necessità (per le imprese costruttrici, per il rifinanziamento e ristrutturazione dei debiti).

Secondo Eurostat, l’indice dei prezzi nel mercato immobiliare europeo è cresciuto del 6,1% in un anno, il valore più elevato dal 2007. Il bollettino economico di Banca d’Italia segnala che nel primo trimestre 2021 gli investimenti in costruzioni sono aumentati del 5% sul territorio nazionale, sia nella componente residenziale sia in quella commerciale, mentre il volume delle compravendite nel comparto residenziale è aumentato del 2,8%. Come previsto l’anno scorso, emergono anche implicazioni di medio-lungo termine che – secondo gli operatori – stanno reindirizzando le preferenze di famiglie e investitori rispetto alle caratteristiche delle abitazioni, privilegiando ad esempio la presenza di spazi all’aperto come balconi e/o terrazzi o giardini. A costituire un ulteriore potenziale game changer nel settore immobiliare potrebbe essere il maggior ricorso al cosiddetto smart working. Anche tutto il mondo degli affitti temporanei per gli studenti universitari subirà certamente un impatto, visto il diffondersi dell’opzione della didattica a distanza. In poche parole, la vicinanza della casa al posto di lavoro o studio potrebbe non essere più un desiderio rilevante. È probabile che le campagne di real estate crowdfunding andranno sempre più a evidenziare queste variabili nell’informativa per gli investitori.