Secondo il Gruppo Prelios è misurabile in 60-100 miliardi di euro l’incremento di nuovi flussi di Npe, nei prossimi 18 mesi, con impatti particolarmente rilevanti su Utp (inadempienze probabili) ed Npl (crediti deteriorati). Tuttavia, sin dallo scoppio della crisi finanziaria del 2008, lo stock e l’evoluzione dei crediti non performanti delle banche italiane (le cosiddette non performing exposures, Npe) sono un tema centrale a causa del notevole impatto degli Npl (non performing loans, le vere e proprie sofferenze) sull’economia reale del nostro Paese.
Un tema ricorrente
A fine 2015, il totale degli Npl era arrivato a toccare la soglia dei 200 miliardi di euro a cui si aggiungevano Utp (unlikely-to-pay, inadempienze probabili) per ulteriori 130 miliardi, con un valore complessivo di oltre 330 miliardi di euro di crediti bancari. In conseguenza dell’intervento incisivo dei regolatori europei e nazionali e dell’iniziativa di operatori specializzati, la massa degli Npe sui bilanci bancari è andata, nel tempo, a diminuire.
Nel I trimestre 2020, infatti, lo stock delle sofferenze si era ridotto significativamente a 68,4 miliardi di euro e quello degli Utp era sceso a 61 miliardi. Un notevole contributo è stato dato dalle cessioni con Gacs ( derecognition dei crediti) che hanno aiutato a trasferire grandi portafogli dai bilanci bancari a quelli degli investitori e dei servicer che li hanno in gestione. L’analisi della composizione dei portafogli gestiti dal Gruppo Prelios – specializzato in operazioni Gacs con 15 portafogli in gestione per un valore di circa 20 miliardi di euro – mostra che, a fine giugno 2020, la composizione del portafoglio Npl del Gruppo è rappresentato per il 61% da finanziamenti con sottostante immobiliare, mentre i rimanenti crediti sono di tipo chirografario. Entrando più nello specifico, il 70% del valore di mercato immobiliare è attribuibile a immobili con destinazione d’uso residenziale mentre la rimanente parte è di natura commerciale; in termini di ripartizione geografica il Gbv del portafoglio è distribuito per il 50% nelle Regioni settentrionali, il 19% nel Centro e il 31% risulta allocato nel Sud e Isole.
UTP – Le inadempienze probabili
In tema di sofferenze bancarie la prossima e grande sfida si concentra sulle inadempienze probabili, anche in conseguenza del fortissimo impatto sull’economia italiana del Covid-19 che – secondo i più recenti studi – nei prossimi 18 mesi determinerà un incremento tra i 60 e i 100 miliardi di euro dei nuovi flussi di Npe, con impatti rilevanti sugli stock di Utp ed Npl. Le aziende classificate come Utp rappresentano una fetta rilevante del tessuto imprenditoriale italiano. È bene sottolineare come si tratti di rapporti “vivi” nei confronti di imprese che soffrono temporanei squilibri patrimoniali e finanziari, ma che in Italia danno lavoro a oltre un milione di persone, con esposizione complessiva verso il sistema bancario di circa 61 miliardi di euro. A fine 2019, su un totale di 61 miliardi di euro di crediti bancari Utp, in sensibile riduzione e in linea con il trend complessivo degli Npe, oltre il 48% del mercato complessivo – circa 29,3 miliardi di euro – è rappresentato da Unicredit, Intesa Sanpaolo e Banco Bpm. La complessità della sfida è contribuire in maniera sostanziale al sostegno delle imprese meritevoli, cercando di accompagnare le aziende classificate Utp su cammini virtuosi, aiutandole e indirizzandole in percorsi di risanamento che le portino a poter servire il proprio indebitamento in maniera sostenibile, con rilevanti impatti per l’economia reale del Paese e l’occupazione.
Già oggi, a pochi mesi dall’avvio della operatività, la divisione Utp di Prelios – che gestisce un portafoglio di oltre 10 miliardi di euro – nel corso del 2020 ha potuto, grazie a competenze uniche nella gestione delle inadempienze probabili, riportare in bonis 340 aziende, con l’obiettivo di arrivare a 400 imprese entro la fine dell’anno. Sono, inoltre, state concesse moratorie e rimodulazioni dei piani di pagamento in favore di circa 200 aziende, principalmente società attive nei settori più impattati dalla crisi, per supportarle nella loro ripresa a beneficio di tutto il sistema economico nazionale. In questo scenario di probabile incremento dei flussi di nuovi Npe – con la conseguente necessità di nuove operazioni di cessione di portafogli sia sul mercato primario sia sul secondario – l’adozione di piattaforme digitali per il trading di Npl rappresenta uno strumento ottimale per supportare il sistema bancario nel proseguire il processo di riduzione dello stock, oltre che garantire ai servicer un modo efficiente per effettuare cessioni come strategia proattiva di recupero.
Cosa attende gli operatori
I non performing loan costituiranno uno dei problemi principali del sistema economico italiano dei prossimi anni. Solo operatori di mercato caratterizzati da: solido track record, competenze specifiche nella gestione del credito ed in processi di risanamento e ristrutturazione, know-how settoriale e filiera integrata con il settore immobiliare, dato l’ampio volume di crediti non performanti assistiti da garanzie immobiliariM forte ricorso alla tecnologia, potranno essere di supporto per tutti gli stakeholder coinvolti, a beneficio dell’intero sistema economico, a sostegno dell’Italia.