La domanda più sciocca che potremmo rivolgere a un manager del Real Estate è: come sarà il mercato domani?                                                                                                                                            Viviamo un momento drammatico a causa del virus che ha attecchito in tutto il mondo, mandando in crisi le strutture sanitarie, politiche ed economiche di tutti i Paesi ad ogni latitudine; un momento che non sappiamo quando finirà e quali conseguenze lascerà sulle persone e sugli Stati, figuriamoci come si fa a fare delle previsioni su come dovranno essere i palazzi e i loro spazi.

Altra cosa è, invece, chiedersi come le varie tipologie immobiliari stanno rispondendo alle nuove esigenze che si stanno manifestando sui mercati e se ci dovranno essere degli adattamenti. Fermo restando che non è ipotizzabile sapere oggi cosa succederà domani, quindi definire gli scenari immobiliari senza conoscere gli scenari mondiali è quanto meno azzardato per non dire inutile. L’unica azione lecita che ci è consentita è, invece, sforzarci di immaginare come le nuove tecnologie e i materiali più innovativi incideranno sulla qualità degli immobili e, di conseguenza, sul benessere generato da chi ci vive dentro e sul minor costo di gestione degli stessi, vale a dire la loro efficienza. Ipotizzare queste nuove condizioni è legittimo perché l’industria manifatturiera va avanti a ritmi sempre più vorticosi e la ricerca offre le condizioni alle aziende di produrre soluzioni sempre più performanti. Sarebbe quindi auspicabile che, quando si parla del futuro degli immobili in genere, non ci si avventurasse in congetture estetico-architettoniche ma tecnico-funzionali, cioè in quelle che sicuramente innoveranno il sistema immobiliare. I ragionamenti su come introdurre queste tecnologie nel costruito devono essere portati avanti comunque, a prescindere da come saranno utilizzati gli uffici in futuro o i centri commerciali o le abitazioni.
L’industria dovrà essere al fianco dell’immobiliare poichè quest’ultima ha sempre più bisogno di prodotti e sistemi per migliorare l’efficienza dei beni costruiti o gestiti. Se domani un edificio sarà più economico, meno energivoro, più sicuro e sostenibile, gran parte del merito andrà alle aziende fornitrici di componenti e impianti, ma anche ai progettisti che hanno predisposto queste soluzioni e ai committenti che, a fronte di costi leggermente superiori, possono presentare al mercato edifici migliori e in grado di recuperare abbondantemente nella gestione le cifre versate in più all’inizio. Anche questo è un calcolo che deve entrare nella mentalità di chi costruisce per vendere o per gestire direttamente.