Sono state 74.960 le unità immobiliari oggetto di aste immobiliari pubblicate nei primi 6 mesi del 2021 per un controvalore di immobili a base d’asta di circa 11,2 miliardi di euro, per un valore medio di 149.676,70 euro. Numeri che sono in linea con il blocco dei tribunali che ha interessato lo scorso anno e il primo semestre di quest’anno in relazione ai beni adibiti ad abitazione principale, comportando uno stop delle attività di vendita, di pignoramento, di liquidazione e anche di blocco dei pagamenti e di alcune pratiche già concluse e saldate. In particolare, il valore medio degli immobili in asta è stato nettamente superiore a quello degli anni precedenti, proprio a causa della mancanza dei beni adibiti ad abitazione principale, in asta. Lo rende noto il Centro studi AstaSy Analitics di NPLs RE_Solutions realizzata grazie al sistema esclusivo “Auction System”, che consente di alimentare banche e servicer di dati aggiornati in merito alle esecuzioni immobiliari e di clusterizzare le varie tipologie di beni in asta. La chiusura dei lavori in questi sei mesi del 2021 ha causato quindi un mancato recupero di 1,459 miliardi di euro nei soli immobili residenziali.
Come conseguenza delle normative anti-Covid, che hanno bloccato i nuovi pignoramenti e sospeso le aste con immobili residenziali abitati, AstaSy Analitics aveva calcolato che in tutto il 2020 oggetto di aste immobiliari erano stati solo 116.637 immobili, per un controvalore di immobili a base d’asta pari a circa 16,98 miliardi di euro, per un valore medio di 64.700 euro. Non solo. La chiusura dei lavori nel 2020 ha causato il rinvio di circa 123 mila aste, con un mancato recupero di circa 8,6 miliardi di euro. Relativamente ai pignoramenti delle prime case, a differenza degli anni precedenti, quando era il mercato degli immobili pignorati ad avere una netta maggioranza che sfiorava il 75%, in tempi di pandemia sono gli immobili relativi alle procedure concorsuali ad aver aumentato il loro peso, attestandosi al 36% su base nazionale.
Alla ripresa dei tribunali, avvenuta il 30 giugno, risultano oltre 35.000 le aste già attive che nel 2020 sono state sospese causa pandemia, i pignoramenti bloccati a causa dei DPCM, tutti i nuovi pignoramenti ordinari e le nuove procedure concorsuali che, a causa della crisi, troveranno il loro sfogo solo nel prossimo anno. Si può stimare che nel 2022 andranno all’asta non meno di 290.000 immobili.
Negli ultimi mesi, risultano aumentate anche le attività di chiusura extra-giudiziali, nate dalla volontà collaborativa di proprietario e creditore che hanno ritenuto maturo e necessario risolvere i propri problemi attraverso attività di accordo tra le parti. Sono, infatti, notevolmente aumentate le chiusure procedurali per desistenza, concluse grazie ad accordi di stralcio sul debito nato dalla volontà del debitore con l’aiuto dei nuovi professionisti del settore. E sempre in relazione alle procedure concorsuali alcuni tribinali si sono distinti per efficienza, in particolare quelli emiliani, veneti e lombardi che non hanno visto stop. L’Emilia-Romagna, con il suo 41% di attività concorsuale, crea un record che da anni non si vedeva, insieme ai tribunali veneti. Terza per efficienza concorsuale, in periodi pandemici, la Lombardia, con capofila l’efficiente tribunale di Milano, seguito dalla sezione fallimentare del tribunale di Bergamo e poi da quelle di Brescia e Monza.