Le banche europee con un pesante fardello di crediti deteriorati “stanno raggiungendo gli obiettivi” per il risanamento dei loro bilanci. La Bce, nell’esame dei risultati dell’esercizio Srep sul 2019, cita indirettamente anche le banche italiane che più di altre hanno avuto negli ultimi anni il problema dell’alto livello di sofferenze e di deteriorati in generale. A queste banche, commenta la Vigilanza della Bce guidata da Andrea Enria, “si raccomanda di mantenere un’elevata attenzione nei confronti del continuo miglioramento dei loro profili di rischio di credito”.

Il banchiere italiano, alla guida dell’Ssm da tredici mesi, già nei mesi scorsi ha segnalato i buoni progressi delle banche sul fronte dello smaltimento degli npl e i numeri diffusi dalla Bce lo rimarcano. Da quando la Bce ha assunto le proprie competenze di vigilanza cinque anni fa (fine 2014), il volume degli npl detenuto dalle banche significative (quelle direttamente vigilate) è sceso da 1.000 miliardi (pari a un’incidenza sul totale dei crediti dell’8%) a 543 miliardi al settembre scorso (pari a un’incidenza del 3,4%).

L’attenzione quindi ora si sposta sulla governance e sulle falle nei controlli interni e nei “rischi di condotta” che hanno portato alle perdite. Nè la Bce nè Enria fanno nomi ma negli ultimi mesi si sono viste larghe falle nell’antiriciclaggio oche hanno coinvolto, in diverse vicende e a vario titolo, Ing, Deutsche Bank e Dansk Bank, a Malta e in Lettonia. Per questo la vigilanza intensificherà “la valutazione della sostenibilità dei modelli imprenditoriali e continuerà a richiedere alle banche di accrescere l’efficacia dei loro organi di amministrazione”.

Fonte: Monitorimmobiliare.it